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Trasparenza Legalità Cura dei Beni Comuni |
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PUNTO QUATTORDICI: Progetti
Speciali Tra questi, vanno considerati: -rientrare nel pieno possesso di questo complesso e, quindi, riprendere il progetto di restauro conservativo approvato dal Comitato Tecnico della Regione Lazio il 19.12.1994, seguendo le linee del progetto pilota contenuto nella legge regionale n.58/91 appositamente approvata per l'area SIECI. -coinvolgere Enti e Istituzioni per presentare il progetto di restauro conservativo in sede europea, per i necessari finanziamenti come
già fatto in qualità di Assessore all'Urbanistica con la Giunta
Romano (Convenzione con l’Università di Cassino e con il Ministero dei Beni Culturali vedi
l’intera e documentata storia dell'area SIECI). Come l'area SIECI, anche questo monumento deve ritornare subito nel pieno possesso del Comune. E pur restando la sua riqualificazione nell’ambito del Piano particolareggiato del Centro Storico, come indicato in precedenza, è necessario predisporre un apposito Progetto di restauro conservativo che lo liberi da tutte
le utilizzazioni che ne appesantiscono sia l’aspetto culturale sia la sua libera fruizione e ne preveda un uso socio-culturale, ad esempio, come sede di attività legate allo sviluppo del territorio. Il Garigliano deve essere oggetto di un progetto da predisporre con l’Autorità di bacino, la Regione Campania, i Comuni di Castelforte e SS.Cosma e Damiano, la Soprintendenza Archeologica e Paesaggistica e l’Autorità demaniale. Obiettivi del progetto sono il ripristino della navigabilità fino alle Terme di Suio, e l'individuazione presso la foce di un’area da destinare alla piccola portualità. E' necessario, inoltre, prevedere anche la sistemazione del tratto di mare compreso tra la costa e la scogliera di Scauri come attracco per piccole imbarcazioni e per i pescatori, dotando tale area dei servizi minimi della portualità, considerato
che ai sensi del DPCM 21/12/95 anche la darsena Flying, di proprietà dello stato e in concessione ai privati, unitamente allo specchio acqueo adiacente alle pendici di monte d’Oro sono considerati aree di approdo avente valore strategico nazionale
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